Trilocale in vendita
Carisolo, Via Verdi
CARISOLO - In un piccolo e tranquillo contesto condominiale, proponiamo appartamento trilocale situato al secondo piano mansardato. L'immobile si apre su una luminosa zona giorno con angolo cottura, che si affaccia su due dei tre balconi panoramici. La zona notte comprende due camere da letto e un bagno finestrato con doccia. L'appartamento gode di un'ottima esposizione su tre lati. Termoautonomo a gas GPL. Completano la proprietà un comodo box auto e un posto auto esterno. L'edificio si trova in una posizione comoda e ben servita, a pochi passi dal Palazzetto dello Sport e vicinissimo ai principali servizi del paese.
Grazie alla tradizionale ospitalità dei suoi abitanti - e perché molti dei valligiani hanno trovato tra le bellezze locali la loro anima gemella ;) - è da tutti soprannominato: il “Paese dell’Amore”. Il bel paese è posto in soleggiata posizione, all'imbocco della Val Genova, sulle pendici meridionali di Cima Lancia (m 2317). Sembra che il suo nome derivi dal nome del Carice, pianta che cresceva abbondantemente nella zona. Nei pressi dell'abitato, in vetta alla rupe a picco sul Sarca, sorge l'antica chiesa di S. Stefano. Esisteva nel 1368 e fu riedificata nel XVI secolo. Sulla parete sud i famosi affreschi raffiguranti la vita di S. Stefano, la Danza Macabra, i Sette Vizi Capitali dipinti da Simone Baschenis nel 1519. Sulla vetta di una rupe delle pendici meridionali della Cima Lancia biancheggia la caratteristica chiesetta di S. Martino, di origine medievale e custodita da un eremita fino al 1850. Da Carisolo si diparte la strada che risale la Val Genova, il cui tratto iniziale ricade nel territorio comunale, fino a poco prima delle suggestive cascate del Nàrdis. Il Castagneto di Carisolo, ripristinato nel 2009, veniva descritto con ammirazione già nel 1673 dallo storico del Concilio di Trento Michelangelo Mariani. Questa foresta di castagni aveva un preciso posto nell’economia degli antichi abitanti del luogo. Nel 1804 i soci in affari Bolognini e Pernici aprirono una Vetreria all’imbocco della Val Genova in quanto la zona era ricca di acqua (sfruttata per muovere i macchinari) e legname, usato come combustibile per i forni ma anche per la costruzione degli edifici; in più il quarzo era facilmente reperibile nella vicina cava della Val di Borzago e la manodopera nei paesi non mancava. I mastri vetrai provenivano dalla Boemia.